Nell’era delle connessioni globali, le autostrade digitali rappresentano il cuore pulsante delle nostre economie, delle istituzioni e della vita quotidiana. Tuttavia, queste stesse infrastrutture costituiscono anche il loro punto più fragile: spesso non monitorate fisicamente, possono diventare bersaglio di intrusioni, interruzioni del servizio e azioni malevole, sia volontarie che accidentali.
Negli ultimi anni, alcuni annunci legati a nuovi progetti di cablaggi sottomarini hanno inconsapevolmente esposto a dominio pubblico dettagli sensibili: nodi, percorsi e hub strategici. Informazioni che, pur presentate a fini promozionali, potrebbero essere sfruttate da attori ostili in scenari di cyberattacco.
Questo mette in evidenza una necessità urgente: più sensibilità e consapevolezza nella gestione della comunicazione riguardo alle infrastrutture digitali.
La sicurezza informatica non si limita a firewall e crittografia: riguarda anche la sovranità nazionale. È fondamentale che le compagnie di comunicazione mantengano una governance in grado di tutelare gli interessi strategici del Paese, impedendo che compagini societarie esterne possano, direttamente o indirettamente, compromettere la sicurezza delle informazioni digitali e delle infrastrutture critiche.
Garantire la sovranità digitale significa:
Gli operatori hanno oggi una responsabilità che va oltre la tecnologia: quella di essere custodi della fiducia.
Occorre un cambio di paradigma: comunicare innovazione non deve significare esporre vulnerabilità. Servono linee guida di sensibilizzazione per chi opera nel settore, al fine di evitare che la promozione di nuove infrastrutture si trasformi in una minaccia non intenzionale.
Le autostrade digitali non sono semplici cavi o router: sono la spina dorsale della sovranità e della sicurezza nazionale.
La sfida per gli operatori di comunicazione è coniugare la necessità di visibilità e marketing con la responsabilità di proteggere asset strategici, facendo della sicurezza e della consapevolezza un pilastro imprescindibile.
Solo così sarà possibile garantire un futuro digitale resiliente, sicuro e realmente sovrano.