Australia lancia un’etichetta a stelle per la sicurezza informatica dei dispositivi IoT
Sicurezza digitale a portata di consumatore: è questo l’obiettivo dell’ultima iniziativa del governo australiano che ha introdotto un sistema di classificazione della cybersecurity per i dispositivi IoT (Internet of Things), ormai parte integrante della vita quotidiana di aziende e cittadini.
Un’etichetta simile a quella energetica, ma per la sicurezza.
A partire dal 2026, i produttori di dispositivi smart – come videocamere di sorveglianza, assistenti vocali, elettrodomestici connessi e sensori intelligenti – dovranno applicare un adesivo con una valutazione da 1 a 5 stelle che indica il livello di protezione del dispositivo contro le minacce informatiche. Questa soluzione, ispirata all’etichettatura energetica (A-G), mira a rendere visibile e comprensibile il rischio informatico per ogni prodotto, direttamente al momento dell’acquisto .
Come funziona il sistema:
• 1 stella: protezione minima, esposizione elevata a rischi informatici.
• 5 stelle: protezione avanzata, con implementazione di standard di sicurezza elevati.
L’etichetta sarà volontaria, ma fortemente incentivata dal governo, e dovrà essere apposta dal produttore e visibile presso il rivenditore.
Questo metodo è parte di una più ampia Strategia Australiana per la Cybersecurity 2023-2030, che prevede anche l’introduzione di standard minimi obbligatori per la sicurezza dei dispositivi smart .
Secondo il Dipartimento degli Affari Interni australiano, la mancanza di trasparenza sulla sicurezza dei dispositivi ha portato a perdite economiche stimate in 29 miliardi di dollari all’anno. I consumatori, spesso ignari dei rischi, acquistano dispositivi vulnerabili che possono essere facilmente compromessi da attacchi informatici.
Con questa etichetta, l’Australia punta a:
• Educare i consumatori e renderli più consapevoli.
• Incentivare i produttori a migliorare la sicurezza dei propri prodotti.
• Ridurre l’esposizione collettiva a minacce digitali.
L’iniziativa australiana potrebbe diventare un modello replicabile a livello globale, in un contesto in cui la sicurezza informatica è sempre più centrale per la protezione della privacy, dei dati e delle infrastrutture critiche.